La viola di Kim Kashkashian
Fascinosa ma discreta, la violista Kim Kashkashian ha il carattere dello strumento che ha scelto.
Si dice che ogni musicista rientri in un cliché: ciascuno ha le caratteristiche fisiche e psicologiche che corrispondono al suo strumento. Kim Kashkashian, giovane virtuosa della viola, non fa eccezione. Somiglia allo strumento che ha scelto: fascinosa ma estremamente discreta, nient'affatto primadonna, ha sempre l'aria di scusarsi ("non ho mai pensato di diventare solista"). Americana di origine armena, diplomata al Peabody Conservatory di Baltimora, si è recentemente trasferita in Europa, a Monaco di Baviera. Ha al suo attivo dischi con Nikolaus Harnoncourt, con Gidon Kremer (col quale ha inciso anche un'inaspettata frivolezza, valzer di Strauss senior e di Lanner per quattro strumenti ad arco) e due dischi di brani contemporanei per viola sola, o per viola e pianoforte, incisi per la ECM.
Che cosa ti ha fatto innamorare del tuo strumento?
Forse il fatto che, quando ho cominciato, i violisti erano ancora più rari di quanto lo siano adesso. Grazie al cielo ora le cose stanno cambiando, però ci sentiamo ancora un po' come dei missionari. Ci vorrà del tempo perché la viola venga considerata un vero strumento solista.