Che tristezza questo voler fare femminismo storpiando la lingua italiana; e non rende omaggio alla Gasperini che avrebbe inorridito a sentirsi definire "scrittora",
Pamela ha trovato il pezzo (tratto da Diario di un figlio difficile, contenuto nel volume Storie d'amore storie d'allegria) che testimonia come sia stata Brunella, in tutta la sua ironia rivolta particolarmente verso se stessa, ad autodefinirsi "scrittora".
Temo che il vero pensiero della "vera" Gasperini sia stato ampiamente travisato. Polemica, ironica, anticonformista e purtroppo costretta a limitare i suoi scritti in base al volere degli editori, Bianca Robecchi Gasperini ha sempre rispettato la lingua italiana. Il termine "scrittora", tra l'altro attribuito al padre che lo usa familiarmente quale vocabolo di affettuoso insulto nei confronti della moglie, (che invece adora), non è stato mai usato dalla scrittrice nei suoi libri e nei suoi numerosi racconti. E' peraltro del tutto evidente come il termine, oltre ad essere errato, è usato in senso dispregiativo.
RispondiEliminaScrittora! Lei non lo usò mai perché lo era.
RispondiEliminaTrovo che "scrittora" sia un termine ironico e, sebbene io sia forse troppo "giovane" (insomma -.-‘) e sicuramente meno ferrata di altri sulle epoche e su questa scrittrice, credo che la stessa Brunella avrebbe potuto sorridere di questo termine volutamente errato.E sono certa non si tratti di un termine usato in sens dispregiativo dato che, come scritto nel commento solo poco prima, il marito lo utilizzava affettuosamente nei confronti di una moglie che adorava e difendeva. Pertanto temo sia una discussione inutile e sterile quella di voler attaccare chiutilizza ancora questo termine, poiché é ovvio, e quasi banale da sottolineare, che viene utilizzato con rispetto, stima ed affetto.
RispondiEliminae hai capito tutto :) peccato che non possa rivolgermi a te col tuo nome :)
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