giovedì 11 ottobre 2012

Le copertine di Paolo Guidotti









Guidotti a Varese, mostra da poco conclusa


CHIOSTRO DI VOLTORRE

Materiale di recupero che diventa opera d'arte, in mostra Paolo Guidotti

L'esposizione dedicata all'illustratore e artista verrà inaugurata venerdì 25 maggio con tante "piccole meraviglie". A giugno anche una mostra di Felice Tagliaferro e Simona Atzori

«Paolo Guidotti riserva tantissime sorprese. Piccole meraviglie che si incontrano una dopo l’altra e che fanno capire come da un piccolo frammento può nasce un’opera d’arte. Un’artista che rende l’invisibile visibile». Cristina Taverna, curatrice della mostra, presenta così “Minimalia, mirabili – Meditazioni su scarti e residui”, l’esposizione che verrà inaugurata venerdì 25 maggio al Chiostro di Voltorre con le opere del grande illustratore e artista. Nato a Firenze, classe 1938, Guidotti, lavora a Mondadori e a Rizzoli e non solo, creando le copertine dei grandi classici della letteratura, per poi rivolgersi alla tridimensionalità con l’ impiego di materiale di recupero. Così da una ciabattina nasce un arlecchino, un tronco diventa un pesce, da un pezzo di latta diventa una figura.
Una mostra che vedrà in esposizione sia le copertine che Guidotti ha realizzato per le grandi case editrici negli anni, che le opere materiche. Una mostra affascinante e che ben si coniuga con il lavoro fatto dagli Amici del Chiostro di Voltorre in questi anni.
Paolo Guidotti«Prosegue l’attiv ità espositiva del Chiostro di Voltorre e ancora una volta con un illustratore importante e capace di regalare emozioni. –spiega Francesca Brianza, assessore Cultura e Turismo della Provincia di Varese -. L’appuntamento con Paolo Guidotti e le sue opere è stata un’ottima scelta e sottolinea inoltre la capacità degli organizzatori di trovare un artista legato alla recente iniziativa sul riuso dei rifiuti tenutasi proprio al Chiostro con “Re Mida”». 
Gli spazio saranno quindi divisi in modo da ospitare sia il progetto “Re Mida” che le opere dell’artista, coinvolgendo il pubblico dei più piccoli ma anche quello degli adulti. «È un’esperienza importante per il visitatore che potrà seguire un percorso logico – spiega Caterina Carletti, direttrice del Chiostro di Voltorre -. Guidotti è un artista che dimostra come dai sogni si può ridare anima alla materia. Utilizza materiale di scarto per creare e ridare identità ad un oggetto che prima ne aveva un’altra». La mostra di Paolo Guidotti sarà visibile fino al 9 settembre 2012. A giugno invece, dal 10 al 30, si potrà anche vedere la mostra “Candidamente…in arte”, organizzata dalla ProLoco di Gavirate, con le opere di Simona Atzori, conosciuta al grande pubblico per il suo talento di ballerina e le opere di Felice Tagliaferro, scultore non vedente. 

PAOLO GUIDOTTI
“MINIMALIA, MIRABILIA”

Meditazione su scarti residui
Chiostro di Voltorre di Gavirate
Dal 26 maggio al 9 settembre 2012-05-17
Orari di apertura
Da martedì a domenica 10/12.30 e 14/18

Per informazioni 0332/731402
info@chiostrodivoltorre.it
www.chiostrodivoltorre.it
17/05/2012

Paolo Guidotti: l'autore delle più belle copertine di Brunella


Maestri 27. Paolo Guidotti

Paolo Guidotti nasce a Firenze nel 1938. A Milano dai primi anni Sessanta si occupa di illustrazione e grafica editoriale. Art director Rizzoli dal 1971 al 1981, ha collaborato anche a lungo con Mondadori e Club degli Editori. In anni recenti si è dedicato sopratutto alla pittura e alla scultura affermandosi con una personale cifra stilistica. 

Paolo Guidotti, 2006

Autobersaglio, 1991
Per Paolo Guidotti mirare al bersaglio significa soprattutto «... astrarsi dai rumorosi baracconi che ci circondano, per riuscire a guardare verso un punto solo, isolandolo dalla babele di luci e colori (Renato Besana)».
I bersagli che Guidotti disegna non appaiono soltanto, di conseguenza, oggetti dalla forte valenza estetica né semplici reperti di un’archeologia da bric à brac; sono le esche cui abboccano (in un sottile gioco di legni, colore, carta, metallo) spezzoni di storia o echi di cronaca, pretesti narrativi che coniugano la grande guerra con il tiro al merlo, le calaveras messicane con il regio Tiro a segno.

Paolo Guidotti, per «riuscire a guardare verso un punto solo» sceglie e trasforma la materia con la meticolosa attenzione di chi opera in quella terra di frontiera che si spinge (parafrasando il titolo di una mostra di qualche anno fa), sino al greto del fiume urbano.
Nella risacca che frantuma, sbriciola e leviga le storie quotidiane vengono individuati e catalogati con pignoleria i frammenti che possono ancora suscitare sensazioni.




Calendario Caleidoscopio messicano, tre  tavole, tecnica mista, 2005



Guidotti non tradisce mai, in questo, la sua vocazione di narratore di storie minime. Ogni oggetto fa riaffiorare un ricordo, rivivere un’emozione. Non object trouvée che serva a testimoniare, assoluto e ineludibile, lo scorrere del tempo, ma madeleineche, dopo l’eccitazione del ricordo, faccia da coagulante per una nuova invenzione.

Diavolo, tecnica mista, 1991

Volto, tecnica mista, 1991

Devil, tecnica mista, 1996
Paolo Guidotti è un discreto e sottile rigattiere della memoria. I suoi materiali sono, alla rinfusa, frammenti di imballaggio, lamierini di recupero, smalti, scatole di sigari, occhi di vetro. Ma attenzione: nessuno di essi vive senza l’intervento affettuoso e severo dell’artista, né senza il supporto essenziale e vitale del suo immaginario.
Un pezzo di legno scheggiato può essere dunque la testa di un gatto; una falce di metallo mangiata dalla ruggine un quarto di luna. Solo a patto, però, che si voglia ritrovare quel gatto o quella falce di luna, facendoli riemergere da un antico ricordo d’infanzia o da un frammento di recente esperienza.

Guidotti è un solitario. Noi ce lo immaginiamo sempre per strade di notte, con gli occhi a terra, a chiedersi quali vicende siano state gettate via, oggi, dallo scorrere isterico di quel metaforico fiume urbano. Quali emozioni si siano arenate nei rifiuti che ingombrano gli angoli delle città.

Con un gesto di colore Paolo permette ai detriti di questa civiltà di raccontare ancora una storia, ancora una favola.


Acrobata, tecnica mista, 1999

Testo tratto da: Andrea RauchIl mondo come Design e rappresentazione, Usher Arte, 2009

mercoledì 3 ottobre 2012

Fanali gialli

e dopo tanto lavoro... è arrivato anche lui! guardate un po' in archivio e prendetelo come più vi serve...
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