Brunella Gasperini e i suoi animali: una donna da ricordare
Giovedì 24 Agosto 2006
Scrittrice e vivace e originale, in "Una donna e altri animali" (1978) Brunella Gasperini (qui un bel post su Mondodonna), ci ha regalato - con una pennellata autoironica di rara intensità - potenti figure di quattrozampe, e di bipedi, inserite nel vorticoso ma sereno quadro della sua vita familiare. Tra le sue pagine facciamo la conoscenza dell’eroico cane Baffo, della dolce cagnolina Peppa, della gatta libertina Pussi, del Merlo che canta “inni di vario genere e colore”. Con un lessico familiare - che ricorda le splendide narrazioni di Natalia Ginzburg - Brunella ha raccontato le storie della sua vita, coinvolgenti, ironiche e godibilissime. Ristampato nel 2004 da Baldini & Castoldi, il volume non può mancare in una biblioteca "gattara" (e anche femminile) che si rispetti. Per avere un'idea dello stile e della personalità della compianta giornalista milanese, basta visitare l'affettuoso sito (http://brunella.altervista.org) a lei dedicato: scorrendo con il mouse sull'immagine del tavolo, si attivano le varie figurine e si aprono le descrizioni degli animali rappresentati.
Il primo animale che ricordo di aver posseduto, proprio io personalmente, è stato un gatto: una gattina dell'apparente età di un mese e mezzo che era stata buttata chissà come nel cortile della casa natale di corso Porta Nuova, e che il feroce portinaio Peppino stava per buttare, tenendola per la coda, nel secchio delle immondizie. La gattina pareva moribonda, ma aveva una voce molto forte. Col coraggio aggressivo della timidezza gliela strappai di mano e corsi via. Avevo sei anni. Ricordo l'esaltazione con cui me la portai di sopra. Era mia. Avevo affrontato il Peppino per lei. Mi sentivo investita di un potere carismatico nei suoi confronti. I miei tentarono di dissuadermi. Pensavano che sarebbe morta di sicuro e temevano la mia reazione; ero, a quei tempi, una bambina molto emotiva. Ma, essendo viziata da tutti, ero anche cocciuta in certe cose. E non avevo ancora il concetto della morte.
Quando i miei capirono che non sarebbero riusciti a dissuadermi, si impegnarono tutti a curare la gattina. Mio padre le faceva due iniezioni quotidiane e noi le davamo quindici gocce di non so cosa ogni mezz'ora (anche di notte) con una pompetta da collirio. A me il turno di notte era vietato, ma di giorno vivevo praticamente con la gatta in braccio. Era una gattina valorosa: lottò con noi per la propria vita, e sopravvisse. Divenne una solida, gioviale gattona dal tradizionale nome di Pussi, con due bande nere sul tondo muso bianco, moderatamente affettuosa con gli altri, amorosissima con me e indipendente al massimo. Non era possibile impedirle di uscire, anche se il Peppino si arrabbiava molto quando la vedeva passare in cortile, brutta bastarda, gatascia de strada. Una volta le diede una pedata facendola strillare, e allora si vide accadere una cosa straordinaria: mio padre in persona scese in portineria. Con la sua voce gentile, coi suoi modi gentili e distaccati, pregò il Peppino di non azzardarsi più a sfiorare la nostra gatta, o sarebbe stato costretto a "prendere provvedimenti". Quali, certo neanche lui sapeva. Ma gli inquilini alle finestre del cortile gongolavano mentre l'odiato Peppino, che come molta altra gente aveva una grandissima soggezione di mio padre, si scusava e prometteva imperituro rispetto per la gatta Pussi. Ho un ricordo nitidissimo, fotografico di quella scena: Io assistevo dalla finestra della cucina, sulle spalle del mio lunghissimo fratello Ferdinando, che diceva "ma perché tremi, salame? Di cos'hai paura?". Ma io non tremavo mai di paura. Sempre e solo di eccitazione. Fu quella la prima volta che sperimentai quel genere di lucciconi "sportivi" che dovevo risperimentare qualche anno più tardi dopo le spettacolari vittorie del Baffo sui miei fratelli litiganti - e molti anni più tardi per il referendum sul divorzio. Altre vittorie non ce ne sono state.
(Una donna e altri animali, pag. 111-113)
Scrittrice e vivace e originale, in "Una donna e altri animali" (1978) Brunella Gasperini (qui un bel post su Mondodonna), ci ha regalato - con una pennellata autoironica di rara intensità - potenti figure di quattrozampe, e di bipedi, inserite nel vorticoso ma sereno quadro della sua vita familiare. Tra le sue pagine facciamo la conoscenza dell’eroico cane Baffo, della dolce cagnolina Peppa, della gatta libertina Pussi, del Merlo che canta “inni di vario genere e colore”. Con un lessico familiare - che ricorda le splendide narrazioni di Natalia Ginzburg - Brunella ha raccontato le storie della sua vita, coinvolgenti, ironiche e godibilissime. Ristampato nel 2004 da Baldini & Castoldi, il volume non può mancare in una biblioteca "gattara" (e anche femminile) che si rispetti. Per avere un'idea dello stile e della personalità della compianta giornalista milanese, basta visitare l'affettuoso sito (http://brunella.altervista.org) a lei dedicato: scorrendo con il mouse sull'immagine del tavolo, si attivano le varie figurine e si aprono le descrizioni degli animali rappresentati.
Questa è la storia di Pussi:
Il primo animale che ricordo di aver posseduto, proprio io personalmente, è stato un gatto: una gattina dell'apparente età di un mese e mezzo che era stata buttata chissà come nel cortile della casa natale di corso Porta Nuova, e che il feroce portinaio Peppino stava per buttare, tenendola per la coda, nel secchio delle immondizie. La gattina pareva moribonda, ma aveva una voce molto forte. Col coraggio aggressivo della timidezza gliela strappai di mano e corsi via. Avevo sei anni. Ricordo l'esaltazione con cui me la portai di sopra. Era mia. Avevo affrontato il Peppino per lei. Mi sentivo investita di un potere carismatico nei suoi confronti. I miei tentarono di dissuadermi. Pensavano che sarebbe morta di sicuro e temevano la mia reazione; ero, a quei tempi, una bambina molto emotiva. Ma, essendo viziata da tutti, ero anche cocciuta in certe cose. E non avevo ancora il concetto della morte.
Quando i miei capirono che non sarebbero riusciti a dissuadermi, si impegnarono tutti a curare la gattina. Mio padre le faceva due iniezioni quotidiane e noi le davamo quindici gocce di non so cosa ogni mezz'ora (anche di notte) con una pompetta da collirio. A me il turno di notte era vietato, ma di giorno vivevo praticamente con la gatta in braccio. Era una gattina valorosa: lottò con noi per la propria vita, e sopravvisse. Divenne una solida, gioviale gattona dal tradizionale nome di Pussi, con due bande nere sul tondo muso bianco, moderatamente affettuosa con gli altri, amorosissima con me e indipendente al massimo. Non era possibile impedirle di uscire, anche se il Peppino si arrabbiava molto quando la vedeva passare in cortile, brutta bastarda, gatascia de strada. Una volta le diede una pedata facendola strillare, e allora si vide accadere una cosa straordinaria: mio padre in persona scese in portineria. Con la sua voce gentile, coi suoi modi gentili e distaccati, pregò il Peppino di non azzardarsi più a sfiorare la nostra gatta, o sarebbe stato costretto a "prendere provvedimenti". Quali, certo neanche lui sapeva. Ma gli inquilini alle finestre del cortile gongolavano mentre l'odiato Peppino, che come molta altra gente aveva una grandissima soggezione di mio padre, si scusava e prometteva imperituro rispetto per la gatta Pussi. Ho un ricordo nitidissimo, fotografico di quella scena: Io assistevo dalla finestra della cucina, sulle spalle del mio lunghissimo fratello Ferdinando, che diceva "ma perché tremi, salame? Di cos'hai paura?". Ma io non tremavo mai di paura. Sempre e solo di eccitazione. Fu quella la prima volta che sperimentai quel genere di lucciconi "sportivi" che dovevo risperimentare qualche anno più tardi dopo le spettacolari vittorie del Baffo sui miei fratelli litiganti - e molti anni più tardi per il referendum sul divorzio. Altre vittorie non ce ne sono state.
(Una donna e altri animali, pag. 111-113)
chiara
mi è piaciuto molto il suo libro anche se era una scrittrice di novellette melò le storie e i racconti buffi di questo libro sono simpatici e belli nonchè interessanti
maria grazia graziano
Ho 62 anni, da ragazza leggevo la posta di Brunella Gasperini sulle riviste cosiddette femminili. Recentemente ho trovato alcuni dei suoi libri nella biblioteca di Moncalieri. Ho cercato su internet la sua bibliografia. Mi vergogno a dirlo, ma non sapevo che fosse morta, sono rimasta colpita come se lei fosse stata della mia famiglia. Grazie Brunella per aver reso così piacevole alcune ore dedicate alla lettura. Cercherò tutti i suoi libri. La considero un'amica.
Chiara Salvatorelli
anch'io conosco Brunella Gasperini da quando avevo 15 anni, adesso ne ho 61 e continuo a pensare che i suoi romanzi, le cronache familiari, le novelle siano straordinari, è bello che tante persone si ricordino ancora di lei e l'ammirino. Una risposta per Raffaella: il nome del cane che Brunella accompagnò nel paradiso dei cani perchè epilettico era Orso.
Chiara
Francesca
Conosco Brunella Gasperini da quando avevo quindici anni. Ora ne ho 63 e l'ammirazione per questa straordinaria giornalista non é mai diminuita, anzi..Anche la nostra famiglia ha sempre amato tutti gli animali, specialmente quelli abbandonati, maltrattati, indifesi. Come si fa a non amarli? Francesca
RAFFAELLA
CIAO!E' APPENA ANDATO A FARSI UN GIRO IN CIELO LA NOSTRA AMICA ANDREA,CAGNOLOTTA BELLISSIMA ED AMATISSIMA,QUALCUNO SI RICORDA IL NOME DEL CANE CHE BRUNELLA HA DOLCEMENTE ACCOMPAGNATO NEL PARADISO DEI CANI?GRAZIE E SALUTI A TUTTI GLI ESTIMATORI DI BRUNELLA GASPERINI!RAFFAELLA
fiammetta
Grazie a chi tiene viva la memoria di Brunella. Anch' io faccio parte di chi l' ha amata molto fin da bambina. Divoravo la sua rubrica su Annabella e una volta le ho anche scritto per farle capire quanto le sue parole contassero per me. Oggi mi rendo conto che non solo a me ha lasciato una struggente nostalgia. Anche se lei ha precorso i tempi di allora ci lascia una nostalgia di un mondo che non c è piu, che se pur con le sue sofferenze e crudeltà aveva persone che ti sapevano arrivare al cuore , non si risparmiavano e non si nascondevano sotto un falso interessamento. Brunella ti entrava dritta al cuore ! Grazie Brunella per i tuoi libri per quello che ci hai lasciato per esserci stata!
Anna
Sto cercando disperatamente una copia di "Lui e Noi:cronache di una moglie" anche in fotocopia, pago tutte le spese.
perfavore scrivetemi Anna.clements@k2supplies.com
Grazie
Arcangela
Brunella ... come si fa a dimenticarti ...
Ermanna
Pomeriggio estivo. Dalla porta-finestra del balcone entra aria calda. Fortunatamente la mia casa è abbastanza fresca. E chi ha voglia di uscire ? Desiderio di letture distensive, delicate cariche di poesia. Il pensiero corre a "Storie d'amore - storie d'allegria" e "Una donna e altri animali". "Rosso di sera". Che piacere per lo spirito ......
Grazie Bianca/Candida/Brunella.......... un'estate di tanto tempo fa mi ha fatto conoscere ed apprezzare Pablo Neruda e succesivamente mi ha consentito di curiosare nella sua famiglia e nel suo piccolo personale zoo, quando l'amore per gli animali era autentico e non un atteggiamento modaiolo come ai nostri tempi. Che struggente nostalgia.
Un pensiero affettuoso da una ragazza di una volta.
Ermanna 1947
denise
mi piace tanto perchè sono un pò come lei: felice a sprazzi, allegra per scelta
anna
non ci sono commenti per una persona splendida come lei,d
anna
non ci sono commenti per una persona splendida come lei,d
Lucia Romano
Ricordo quando da ragazzina leggevo Brunella. Mia nonna comprava sempre "Annabella" e proprio su questo giornale ho imparato a conoscerla. Ho comprato i suoi libri di cronaca familiare, amando da sempre tantissimo gli animali con lei ho riso e pianto tanto. Ora erano tanti anni che non ci pensavo più e solo per caso me la sono ritrovata davanti su internet. Ho avuto un attacco fortissimo di nostalgia e mi sono ripromessa di andare di corsa a ricomprare i suoi libri, leggendoli con la maturità dei miei 47 anni, 3 figli, 3 cani, 3 gatti, un coniglio e una vecchia tartaruga. Ora mi ci ritroverei ancora di più
Giuseppe
cerco disperatamente "le ragazze della villa accanto",se qualcuno può aiutarmi si faccia sentire!!aspetto notizie!aiutatemi a far felice la mia ragazza!
Hellcat
Ho letto molto di Brunella Gasperini. E in questi giorni sto rileggendo alcuni dei suoi libri, dalle cronache familiari (semplicemente splendide) ad alcuni romanzi. Ho appena terminato l'ennesima rilettura di "Grazie lo stesso".
E rileggendo, mi rendo conto di come certe sue espressioni siano entrate di diritto da decenni nel lessico familiare. E come abbia influenzato il nostro modo di esprimerci.
E' bello vedere quanti di noi la ricordino.
E rileggendo, mi rendo conto di come certe sue espressioni siano entrate di diritto da decenni nel lessico familiare. E come abbia influenzato il nostro modo di esprimerci.
E' bello vedere quanti di noi la ricordino.
Scribacchini
Lo sto leggendo: esilarante e commovente, bellissimo.
Patt
Patt
Ho scoperto il tuo blog grazie alla visita che hai fatto da me e ne sono felice perché mi hai permesso di ricordare Brunella Gasperini. Erano gli anni '70 leggevo la sua posta insieme a Neruda, Dostoevskij e molti altri. Ricordo molto bene "Una donna e altri animali" e quanto riusciva a commuovermi e a farmi ridere con i suoi scritti. Grazie per avermela ricordata e per aver tolto il captcha: il tuo blog mi piace molto e ti metto tra gli amici da seguire. Ciao
RispondiElimina"mi piace tanto perchè sono un pò come lei: felice a sprazzi, allegra per scelta"
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