Ho incontrato Pablo Neruda in un periodo non facile della mia vita. Avevo 14-15 anni e a causa di una lunga permanenza a letto, leggevo, o per meglio dire, divoravo ogni sorta di pagina scritta. Un’ amica di mia madre mi portò un libro di Brunella Gasperini intitolato “Rosso di sera” e trattava della difficoltà, quasi sempre dolorosa del diventare adulti. Analizzava in modo mirabile, il difficile passaggio dall’adolescenza alla giovinezza di Rosso, un timido e introverso ragazzo, che metteva nel suonare la tromba, tutta la disperazione e l’infelicità che gli procuravano i difficili rapporti con i genitori e gli adulti in genere.
Descriveva anche l’amore, il primo amore tra Rosso ed una strana ed affascinante ragazza, con molti problemi di relazione. I due ragazzi si vedono di nascosto, la sera, nella legnaia di una villa abbandonata in riva al lago. Nel descrivere i loro stati d’animo, le prime scoperte e le paure che sempre accompagnano anche i momenti più belli, trovai questi versi:
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