giovedì 27 ottobre 2011

Silvia Ballestra sul Corriere (2000)

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RISCOPERTE.  DA SEMPRE CONSIDERATA UNA SCRITTRICE «POPOLARE», ORA VIENE SDOGANATA DALLA CRITICA. COME SCERBANENCO E GUARESCHI


Gasperini, e il rosa diventò «lessico famigliare»



RISCOPERTE. Da sempre considerata una scrittrice «popolare», ora viene sdoganata dalla critica. Come Scerbanenco e Guareschi Gasperini, e il rosa diventò «lessico famigliare» E' una buona annata, questa, per i lettori vecchi e nuovi di Brunella Gasperini, scomparsa nel 1979 a 61 anni. Continua infatti la ristampa in tascabile delle sue opere da Baldini & Castoldi, con l' arrivo in libreria, ora, del romanzo Rosso di sera, dopo Io e loro. All' inizio dell' anno era uscita una bella e affettuosa biografia: La rivoluzione sottovoce (Diabasis) di Marina Tommaso, ricca di notizie su Bianca Robecchi (questo il vero nome di Brunella), con, accanto a una puntuale ricostruzione storica del periodo, un' analisi dei testi assai affascinante. Ci voleva.
Perché, sebbene in questi tempi sia in atto una sorta di lento «sdoganamento» di autori molto popolari finora snobbati dalla critica (vedi Scerbanenco o, per tutt' altri versi, Guareschi), e sebbene la Gasperini sia oggetto di un vitale culto sotterraneo alimentato dal passaparola fra lettori, gli studi sulla sua opera e sulla sua figura sono rarissimi. Eppure la Gasperini, nei romanzi, racconti, e nelle divertenti quanto commoventi «cronache familiari», esplorò coraggiosamente strade assai personali che solo sfiorarono gli steccati del genere in cui la si volle confinare. Proprio la tribuna da cui parlò per quasi tre decenni sembra essere stata al contempo il suo trampolino per un innegabile successo e la sua maledizione come scrittrice: troppo basse per il nostro establishment culturale le pagine di Novella prima e Annabella poi, dalle quali la Gasperini, con naturalissima ironia e misurata eleganza, rispose a legioni di vivaci ragazze e donne, colte, impegnate e attente ai cambiamenti sociali e culturali in atto. E poco importa che quelli fossero gli anni d' oro della stampa femminile e che, soprattutto dal ' 68 in poi, si discutesse pragmaticamente di aborto, divorzio, droga, rivoluzione sessuale, riforma scolastica. I romanzi apparsi a puntate su Annabella e più volte ristampati poi da Rizzoli - insieme ai saggi, ai divertenti manuali di galateo oggi utili forse più di ieri, e alle istruttive raccolte di lettere (scelte dall' autrice fra qualcosa come duecentocinquantamila risposte!) dall' indiscutibile valore testimoniale e pedagogico - sembrano portare indelebilmente impresso il marchio di «romanzi rosa». Con L' estate dei bisbigli, Il buio alle spalle, Rosso di sera, romanzi certamente sentimentali, la Gasperini in realtà preferì dialogare, a livello di storie e suggestioni, con gli spigolosi amori dell' estrema giovinezza, senza mai impantanarsi nel rivoltante quanto stilizzato «soffrire al femminile» tipico delle storielle rosa. Tentava semmai ben altra scommessa, confrontandosi con quei problemi più profondi e complessi che riguardano gli uomini come le donne, nei loro rapporti di coppia e familiari. Parallelamente poi, ma più libere, più incisive con le loro luci e ombre, le venature malinconiche e le gioiose risate, le felici cronache domestiche di Io e loro, Lui e noi, Noi e loro proseguono una diversa ricerca attorno alla famiglia. Narrazioni a più voci punteggiate da un indimenticabile quanto lieve «lessico famigliare», e incastonate nella casa di San Mamete, pittoresco luogo della Valsolda destinato a diventar mitico, investito com' è di vibrante animismo. Sembra, a seguire il percorso così insolito e modernissimo della Gasperini, che l' autobiografismo (spauracchio e tabù!) abbia prodotto gli esiti più fecondi, proprio a conferma dell' eccezionalità di questa autrice. Nello straordinario Una donna e altri animali - il suo ultimo libro - è bello seguirla mentre parla del suo lavoro (e già solo dal titolo si intuisce con quanta autoironia!), condividerne affetti e idiosincrasie, ammirarne la profonda umanità, apprezzarne la scrittura colta, sorvegliata e alta, ripercorrerne la storia. Tutta da rileggere. Silvia Ballestra

Ballestra Silvia

Pagina 27
(2 agosto 2000) - Corriere della Sera

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